«Ho scritto “Sotto le stelle anche i bulli” per sensibilizzare in merito ad una tematica su cui non si agisce ancora in maniera veramente incisiva. Perché è vero che si realizzano laboratori di educazione emotiva, seminari sul concetto del  “rispetto dell’altro” ma io non sono del tutto convinta che nella pratica, con l’esempio, esista una vera e propria educazione al rispetto. Lo sappiamo tutti, il difficile sta nella pratica. E’ così oggi, ma lo era anche venti, trent’ anni fa.

Il tempo che passa e le ferite che restano. Cosa significa secondo voi se nonostante il tempo trascorso, gli anni felici al liceo, gli obiettivi raggiunti, la famiglia, gli amici veri, l’amore, i successi, resta  il ricordo delle umiliazioni subìte? Significa che il bullismo fa male. Fa male quando lo vivi e nessuno  dei grandi se ne accorge o peggio, chi se ne accorge minimizza, e fa male a distanza di anni.  Perché certi ricordi dolorosi non si dimenticano mai e condizionano la vita. E quando non lo fanno è solo merito tuo che lotti con tutte le tue forze per affermare te stesso. E’ difficile immaginare quante vittime di bullismo ci siano tra noi. Tante. E mi riferisco anche a coloro i quali adesso sono diventati adulti. 

Impariamo ad essere più gentili, più sensibili, più  accoglienti. Iniziamo a mandare messaggi coerenti ai bambini, in cui il rispetto nel rapporto con gli altri non sia una parola vuota ma autentica e ricca di significato. In secondo luogo preveniamo il bullismo attraverso la giusta educazione emotiva, in famiglia e a scuola. E poi è fondamentale aprire bene gli occhi. Intercettare ogni piccolo segnale di sofferenza, di malessere. E al contempo contrastare gli atteggiamenti di aggressività e disagio.  Sensibilizziamo i bambini sul tema del bullismo. Perché da quel gruppo di spettatori silenziosi che assistono alla violenza può partire la salvezza della vittima.

Insegniamo ai nostri figli ad essere coraggiosi e giusti. Come Anna, la piccola compagna di classe di Giosuè. La bambina aveva paura dei bulli ma è andata dalla maestra a raccontare quanto stava vivendo Giosuè. La storia di Giosuè nel mio immaginario ha già un lieto fine ma nel libro ho volutamente lasciato il finale aperto. Ognuno può svilupparlo come preferisce. Giosuè ha trovato una vera amica con cui osservare le sue amate stelle sotto cui vivono anche i bulli. Perché anche i bulli sono bambini e ragazzi che possono e devono essere guariti. Con l’amore e con l’educazione.»

Donatella Manna (tratto dalla prefazione del libro)

Illustrazioni di Davide Beccore