"Allora mi aggrappo all’idea che in un certo senso rimango invisibile: le persone salutano una donna di nome Ile che lavora per una ditta di pulizie, vedono un’immagine diversa da ciò che sono e da quella immagine ricavano un profilo." 

Per qualcuno l’identità è solo un costrutto sociale, per altri è una mediazione peculiare tra il proprio corpo e la società, per Monica invece l’identità diventa una maschera, un doppio escogitato per nascondersi dal presente vissuto in passività e fuggire da un passato di rovine.
Perché il passato, a dispetto della denominazione, non passa mai davvero. Si ridisegna infinite volte nella mente, corrompe i pensieri di oggi e logora la percezione del mondo e di se stessi. Spesso si lega a quel piccolo “se” che solo nel pensiero può cambiare, indagare o aggiustare quanto già inciso, ma finisce per diventare una trappola.
Quel passato ha un nome, si chiama Alessandro, un uomo evanescente eppure così concreto, cucito nel vuoto dell’essere, la cui presenza era l’unico fattore che legittimava la vita della protagonista.
FRATTURE è l’indagine psicologica di un passato che dopo molti anni ritorna in un giorno di sole e riporta alla memoria l’attesa soffocata dal ticchettio dei secondi, la percezione di una lacrima infinita che ferisce il volto, il bruciore di uno schiaffo sulle labbra, il rumore di un cuore in frantumi che continua a pulsare trascinandosi i cocci.